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Intervista su “Nina e i diritti delle donne”

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da lastampa.it del 10/01/2012

Nina e i diritti delle donne di GIORGIA GARBEROGLIO

Si dice che il 2012 sarà l’anno delle donne che decidono, e per questo motivo proponiamo un libro che racconta ai bambini – e in particolare alle bambine – il percorso storico dei diritti conquistati.
“Nina e i diritti delle donne” di Cecilia D’Elia è un libro che unisce la Storia a una piccola storia di una bambina, Nina appunto, e delle tre generazioni – al femminile – della sua famiglia.
Niente dei diritti di oggi devono essere dati per scontati, e spesso dietro ci sono grandi battaglie. Cecilia D’Elia le racconta con sintesi, garbo e immediatezza, con esempi semplici e immediati e
un’appendice ricca di informazioni più tecniche.
L’autrice è laureata in filosofia, ha pubblicato numerosi articoli sulla politica delle donne, ed è attualmente vicepresidente e Assessore alle Politiche culturali della Provincia di Roma.
Dal 1946 a oggi, si passa attraverso le famiglie patriarcali, il primo voto, la costituzione, il femminismo, l’otto marzo, senza dimenticare anche le storie di donne che hanno parte della storia italiana, da Fernanda Contri, Franca Viola, a Nilde Iotti.
Pagine interessanti, perfette dai 10 anni in poi, da leggere in famiglia o suggerire a scuola, perchè aiutino le bambine a costruirsi un percorso che si confronta anche con il passato, e perchè nel 2012- e quelli futuri – le donne siano protagoniste.

Qualche domanda all’autrice, Cecilia D’Elia:

Come è nata l’idea del libro?
Il libro nasce da un clima, il 13 febbraio della manifestazione “Se non ora Quando?”, e da una proposta della casa editrice Sinnos. Infatti pur avendo sempre scritto di questo tema, non avevo mai pensato di scrivere per i bambini, immaginando fosse molto difficile. Ma dopo che mi è stato proposto mi sono divertita, perchè io sono orgogliosa di essere donna e vorrei trasmettere alle bambine questo orgoglio.

Lei ha due bambini, l’hanno aiutata?
Sì, hanno letto il libro, e mi hanno dato sempre i loro giudizi, in particolare mia figlia, che ha dieci anni.
Nel libro, per Nina le storie della famiglia sono molto importanti, anche per lei?
Proprio per la storia di donne che mi porto dietro, nonna libraia e mamma femminista, sono diventata quella che sono, mi occupo di politica e di questi temi. La mia storia non è quella di Nina, ma l’idea è proprio che sia la Storia sia la genealogia possano aiutare in questo percorso per diventare una donna, orgogliosa di essere tale.

A chi si rivolge questo libro?
Alle famiglie, senza dubbio, ma spero anche alle insegnanti, considerato che la maggior parte sono donne. Mi piace pensare che usino come esempi le storie di donne che hanno costruito la nostra storia, penso a Franca Viola, per esempio.

Cosa può far nascere questa lettura?
Spero di aver dato un’idea di forza, e di gioia. Che possa aiutare le bambine, future donne a vivere in un paese sempre meno misogeno. E come dicevano le femministe, vivere libere come donne, non come uomini.
Proprio come dice Nina, alla fine del libro: “Mi piace essere femmina. Sono contenta di essere nata dopo tutti questi cambiamenti”.

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