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Un altro passo contro la violenza di genere

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E’ stato emozionante venerdì veder nascere il progetto di un sistema integrato di sostegno delle donne vittime di violenza e delle vittime in condizione di particolare vulnerabilità. Il Procuratore generale della Corte d’appello di Roma Giovanni Salvi, il Presidente della Regione Nicola Zingaretti, Il Presidente dell’ordine degli Psicologi del Lazio Nicola Piccinini hanno infatti siglato un Protocollo tra Procura generale presso la Corte d’appello di Roma, l’ Ordine degli Psicologi del Lazio e la Regione Lazio con tale intento. L’incontro di presentazione si è tenuto presso il Centro antiviolenza Maree, un luogo simbolo del contrasto alla violenza e dell’impegno della Regione Lazio, essendo uno dei centri dell’ex provincia di Roma, gestito dall’associazione Differenza donna, che rischiava la chiusura, scongiurata grazie all’intervento della Regione. Erano invitate tutte le associazioni che gestiscono i centri antiviolenza e le case rifugio nella nostra regione, che potranno aderire al Protocollo. Erano presenti le operatrici dello spazio della Procura di Tivoli, i dirigenti Asl, e tante persone con cui in questi anni abbiamo lavorato al contrasto della violenza di genere.

Nel Lazio, soprattutto nell’area metropolitana, vi sono diverse esperienze di presa incarico delle donne vittime di violenza nelle diverse Procure. A rappresentarle sono intervenuti Maria Monteleone, coordinatrice del pool reati contro le donne e i minori della Procura di Roma e Andrea Calice, sostituto Procuratore di Tivoli. La prima, che ha una lunga esperienza di lavoro su questo, sottolineando l’importanza del rapporto e dell’impegno con i centri antiviolenza e auspicando che altre Regioni facciano come il Lazio, il secondo raccontando l’esperienza dello spazio di ascolto e accoglienza nato con la Asl Roma5 e l’ordine degli psicologi nella Procura di Tivoli, e riflettendo sulla necessità della formazione adeguata degli operatori della giustizia per saper intervenire in modo efficace.

Adesso con questo Protocollo, che la Regione sostiene anche con un finanziamento di 300.000 euro, inizia una nuova fase, di valorizzazione e messa in rete delle diverse realtà, con l’intento di realizzare un sistema regionale integrato. I principali attori delle iniziative previste dal protocollo sono gli operatori e le operatrici dei servizi socio-territoriali, dei centri antiviolenza e delle case rifugio, delle forze dell’ordine, degli enti del privato sociale nonché degli uffici giudiziari del Lazio. I soggetti firmatari si fanno promotori di azioni rivolte alle vittime di violenza mirate a garantire un ascolto competente, una prima accoglienza, informazioni utili e un accompagnamento verso altri servizi territoriali, enti o professionisti deputati alla presa in carico delle donne a livello legale, sanitario, psico-sociale, nonché a fornire supporto, anche di tipo logistico, al loro sostegno nel corso del procedimento penale.

Come ha ricordato Nicola Zingaretti è un altro tassello delle politiche contro la violenza che in questi anni la regione Lazio ha portato avanti, che ci hanno visto approvare per la prima volta un piano triennale di interventi che mette a sistema le diverse azioni intraprese e programmate. Vogliamo fare del Lazio una regione in cui la violenza non sia tollerata, vogliamo che sempre più emerga dal sommerso in cui troppo spesso ancora viene vissuta.

Perchè ciò accada va contrastata la cultura che la produce, ma va anche garantito alle donne che scelgono di denunciarla e di allonanarsene che non rimangano sole, che sia dato credito alla loro parola. Vogliamo evitare che le persone che denunciano abusi e violenze nelle loro relazioni intime, familiari e sociali, siano vittime due volte: del fatto subìto, di morbose passioni dell’opinione pubblica e dell’emarginazione, quando non delle minacce e di nuovi abusi, da parte delle persone denunciate e del loro mondo. L’intento del sistema integrato è attenuare durante l’intero iter giudiziario questi rischi.

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