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Ddl Pillon: più che una riforma un contrattacco

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Un assaggio della “famiglia illiberale”, quella per capirci che hanno in testa i sovranisti al governo, si aggira per le stanze del Senato. Si tratta del disegno di legge del senatore Pillon “Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità”.

Sono molti i motivi per opporsi decisamente e non prenderlo sottogamba. Dietro un finto e astratto egualitarismo si nasconde un’impostazione classista e sessista. Nella relazione che accompagna il testo depositato in Commissione Giustizia si fa riferimento all’Europa e ai dati sulle separazioni negli altri paesi, dove l’affido condiviso è più diffuso che in Italia, ma mai si dice che siamo il paese in cui vi è la più rigida divisione sessuale del lavoro domestico e di cura. I maschi italiani sono infatti gli europei che dedicano meno ore a tali occupazioni.

A proposito della nuova sensibilità dei padri, che pure vediamo all’opera in tante famiglie, ci sarebbe piaciuto un movimento di uomini per aumentare le ore di congedo parentale obbligatorio per i neopapà, ma ci ritroviamo invece un testo che sembra dettato dalle associazioni dei padri separati, che non affronta il tema – pur presente nelle nostre società – del loro impoverimento, ma sceglie di imporre un modello di famiglia, senza nessun ascolto dei bisogni dei soggetti coinvolti.

Proponiamo dunque alcune prime riflessioni, con l’intento di aprire un dibattito sul blog, per organizzare l’opposizione ma anche riprendere una riflessione sul diritto di famiglia e le famiglie nel nostro tempo.

Ecco perché noi siamo contro questo disegno di legge:

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