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#Bellaciao – Liberiamo il tempo delle donne

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Il mio intervento alla manifestazione di chiusura della festa nazionale de l’Unità di Modena: 

Eccoci, le democratiche e i democratici in Italia

Diciannove giorni di festa, decine di dibattiti, presentazioni di libri, incontri. Grazie a tutte e tutti i volontari, di ogni età, tempo della propria vita donato alla convivenza, che ci ricorda che la radice della politica è in ognuno di noi, nelle nostre speranze e nei valori che condividiamo. E’ questa la nostra grande forza.

Un popolo di donne e uomini appassionati e combattenti. In tutta Italia, in questi giorni. Ritrovarsi alla Festa nazionale de l’Unità, dopo un anno come quello che abbiamo vissuto è una grande emozione.

Un anno fa, di fronte al rischio di un’involuzione autoritaria, abbiamo accettato la sfida del governo. E abbiamo dovuto affrontare una crisi senza eguali, che ha portato lutti e sofferenza, inasprito disuguaglianze e aggravato povertà.

Abbiamo saputo reagire a questa emergenza; in Italia e in Europa – anche grazie a noi – si stanno definendo nuove politiche pubbliche.  Possiamo dare una nuova direzione al Paese, portando con noi la lezione imparata nell’esperienza del Covid, mettendo al centro della politica la cura delle persone e del pianeta, l’attenzione alle età della vita, il futuro delle giovani generazioni, il protagonismo delle donne.

Abbiamo pensato di poter diventare migliori, ma in questo finale di stagione, mentre l’estate scorre via, la cronaca ci riporta in primo piano la violenza.

Il feroce assassinio di Willy Monteiro a Colleferro,

La violenza sessuale subita da due quindicenni a Marconia di Pisticci, da parte di un gruppo di ragazzi.

Una ragazza stuprata sulla spiaggia del Circeo.

E un’altra ragazza, a Caivano, muore con l’unica colpa di amare un trans.

Tutta l’Italia, con il governo, si è stretta intorno alla famiglia di Willy.

Siamo arrabbiate! Diciamo basta!

Non possiamo essere indifferenti. Approviamo la legge sull’omotransfobia.

Questo paese deve reagire tutto contro una mascolinità tossica che inquina il vivere comune, una cultura predatoria che semina razzismo e disprezzo delle donne. Sessismo e razzismo vanno sempre insieme. Dobbiamo reagire rafforzando le politiche di inclusione, reagire culturalmente. Non possiamo convivere con le statistiche di una donna uccisa ogni tre giorni come se nulla fosse!

Ah, certo che non vogliamo tornare a come eravamo prima.

Ha scritto la poeta Mariangela Gualtieri, nella poesia “9 marzo 2020”:

Questo ti voglio dire

ci dovevamo fermare.

Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti

ch’era troppo furioso

il nostro fare. Stare dentro le cose.

Tutti fuori di noi.

 

Troppo furioso il nostro fare: un mondo malato, come dice papa Francesco

E quando ci siamo fermati le donne sono state in prima fila, fuori e dentro casa, lo sono sempre, la loro forza manda avanti la normalità della vita e nell’emergenza è emersa ancora di più. Ma sono state sovraccaricate dalla responsabilità, quasi interamente loro, del lavoro domestico e di cura. Oggi però rischiamo di essere quelle che pagano il prezzo più grave degli effetti sociale ed economici della pandemia.

Ottocentoquaratamila occupati in meno, ci dice l’Istat, quasi tutti nei servizi, in gran parte giovani e donne. Più del 5% di lavoratrici in meno.

Siamo già il Paese con il tasso di occupazione tra i più bassi d’Europa. Per promuovere occupazione femminile e una società più ricca e paritaria va liberato il tempo delle donne.

Lo abbiamo detto, abbiamo bisogno di un Women New Deal

Il lavoro delle donne richiede un cambiamento sociale profondo, che l’Italia non è ancora riuscita a fare. L’Italia è la settima potenza mondiale, forse l’ottava o la nona, a seconda di come si misura ma di certo nella classifica del “Global Gender Gap Report 2018”, stilata dal World Economic Forum, il nostro Paese si attesta al 70° posto.

Settima e settantesima

Ve lo ridico: settima e settantesima, moltiplicate per dieci e avrete l’ingiustizia.

Tra le prime dieci nel mondo per economia, settantesima per parità di genere. Questa distanza numerica dice tutto.

E vogliamo dirlo chiaro: non siamo un capitoletto alla voce inclusione sociale. Siamo più di metà della popolazione!

Dobbiamo avere l’ambizione di costruire un Paese a misura di donne e uomini. Anche questo è in gioco con il voto nelle regioni e nei comuni il 20 e 21.

Abbiamo già visto in Umbria, cosa prendono subito di mira le giunte a trazione leghista: i nostro diritto di scelta nella procreazione. E già ci ha detto che dietro candidature femminili si possono nascondere politiche contro le donne.

Siamo la forza alternativa alle destre misogine.

Siamo in campo, finalmente ovunque con la doppia preferenza, e anche questa è stata una battaglia! Portiamo tante donne nei nuovi consigli!

Dobbiamo essere protagoniste, oggi, che non bisogna solo arginare la crisi, ma cambiarne il segno: sono venuti al pettine nodi strutturali, è l’occasione per affrontarli

Il Recovery Plan debba avere chiaramente tra i propri obiettivi questo compito e ogni sua azione e progetto debba essere valutato per l’impatto di genere che produce.

Come Pd abbiamo chiesto che almeno il 50% dei fondi sia destinato ad azioni che abbiano una ripercussione sulla promozione dell’occupazione femminile e sulla promozione dei diritti delle donne.

Piano straordinario nidi, fino al 60%, per combattere disuguaglianze tra i bambini e le bambine, liberare il tempo delle donne

La cura deve diventare tempo pubblico. La cura deve essere maggiormente condivisa, per questo riformiamo il congedo di paternità. Fino a tre mesi.

Vogliamo la parità salariale, a ottobre inizia iter della proposta di legge delle nostre deputate. Siamo in campo.

Eccoci qui, distanziati e in sicurezza, perché il Covid non è finito. E noi abbiamo imparato cosa è essenziale e quanto la politica debba avere a cuore la dipendenza reciproca e la vulnerabilità di noi essere umani e del pianeta.

Mi affido ancora ad un verso scritto da donna.

La competenza dei salvati

dovrebbe essere l’arte – di salvare

sono parole di Emily Dickinson.

Non dimentichiamolo più. Facciamo che questa arte sia al centro della politica, del nostro futuro, di donne e uomini liberi.

 

Modena, 13 settembre 2020

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