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Protagoniste

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Coordinamento democratiche

Traccia relazione

 

In questi giorni, mentre a Glasgow giovani donne guidavano la protesta ambientalista per scelte più efficaci a tutela di questo pianeta, la Polonia è stata attraversata da imponenti manifestazioni per l’aborto legale, a seguito della morte di una giovane donna a cui i medici non hanno praticato l’aborto terapeutico.  “Izabela non doveva morire”. “Potrebbe essere ancora viva”. “Che sia l’ultima vittima delle leggi antiaborto del governo”. In quel Paese si combatte una battaglia per la democrazia, la libertà e i diritti. Ringrazio Laura Boldrini per essere andata a Varsavia, dobbiamo capire come attivarci qui per aiutare le donne polacche. Ringrazio Lia Quartapelle, Barbara Pollastrini, le nostre parlamentari europee per le battaglie al fianco delle donne nel mondo.

Sempre in questi giorni in Afghanistan sono state ritrovati i corpi di quattro giovani, tra cui quello dell’attivista Feruzan Safi.

Davvero ovunque nel mondo le donne sono protagoniste e sotto attacco. Sotto attacco perché protagoniste.

C’è un discrimine anche in Europa, tra le forze progressiste e democratiche e quelle della destra sovranista che passa attraverso la nostra autonomia e libertà.

Giovedì 4 novembre – anche grazie al lavoro che stiamo facendo come PD, Lia Quartapelle con il tavolo asilo, dal lato governo Marina Sereni – il governo ha firmato un protocollo d’intesa per i corridoi umanitari. Oltre alle iniziative di sensibilizzazione su quanto sta succedendo in Aghanistan e di solidarietà, possiamo adesso dare seguito all’impegno per l’accoglienza coordinandoci con le ong e i comuni. Con la mail donneperledonne abbiamo raggiunto più di 900 disponibilità, che adesso andranno verificate e formate. Nei prossimi giorni faremo una riunione con le referenti indicate dalle regioni.

Possiamo continuare un impegno su cui siamo state subito in campo, dal 15 agosto, e nelle feste dell’unità. Siamo state impegnate nelle elezioni amministrative e questa è la prima occasione nel coordinamento per ringraziare la Conferenza delle democratiche di Bologna per la presenza e il lavoro fatto alla festa nazionale, lo stand pieno di gadget “made in Toscana”. E grazie anche alle scelte di Maria Pia Pizzolante, di avere una festa paritaria nelle presenze e segnata dallo sguardo di genere, abbiamo promosso come Conferenza molti dibattiti, dalla tampon tax alla violenza, alle città delle donne, alla parità salariale, allo scontro in Europa, al Women New Deal con la ministra Bonetti.

  1. Le amministrative ci dicono che abbiamo preso la direzione giusta. Il Pd di prossimità, che si apre e diventa motore della costruzione di un nuovo centrosinistra, viene premiato. Non era scontato, è una vittoria.

Erano poche le candidate a sindaca, lo abbiamo detto ed è un dato con cui dobbiamo fare i conti e che dobbiamo cambiare. Lo stesso segretario Enrico Letta, nella prima dichiarazione sui risultati e sulla vittoria non ha nascosto questo dato e quello della grande astensione. Poche le candidate, nessuna nelle grandi città. Tutte e solo in comuni piccoli e medi. Vengono elette al primo turno le sindache di Arzano, Altopascio, Assisi, Collepasso, per stare ai comuni sopra ai 15.000 abitanti, al secondo Frascati.

Questo dato che riguarda la selezione della candidature a sindaco, è ancora più eclatante se letto insieme alla conferma che viene da questo voto della forza e del consenso che tante donne incontrano, molte le giovani. Non c’è solo il risultato straordinario di Torino, dove sono donne le prime quattro per preferenze ottenute, da Ravenna a Sulmona, passando per Melfi e Isernia, a Roma, in tanti luoghi le più votate sono donne. Nella città di Bologna su sei quartieri cinque presidenti sono donne, a Milano quattro su nove municipi, che tornano tutti al centrosinistra. Tante entrano con ottimi risultati nei nuovi consigli. E questa è una responsabilità e una grande risorsa per una politica, un centrosinistra e un PD che vogliamo sempre più segnato dalle differenze e dal protagonismo di una nuova generazione di amministratici. Spesso sono nostre Portavoce o comunque molto impegnate nella Conferenza. Voglio fare un grande in bocca al lupo alle elette, alle nuove assessore, alle presidenti di municipio, molte in questo coordinamento. So che non dovrei fare nomi perché rischierò di dimenticare qualcuna ma da Gaia Romani a Milano, a Teresa Armato a Napoli, Federica Mazzoni a Bologna, Titti Di Salvo e Lorenza Bonaccorsi.

E’ importante che i primi passi delle nuove maggioranze di centrosinistra e del Pd siano stati consapevoli di questa questione: le giunte paritarie, le capogruppo. Sul modello del forum delle regioni, dovremo attivare un coordinamento/forum delle nostre amministratrici. Con Lucia Bongarzone, in esecutivo Conferenza responsabile degli enti locali.

 

  1. Esserci nei congressi. Tornano i temi che avevamo posto nell’odg sul partito di donne e uomini. C’è una grande spinta che viene dal nazionale sulle donne – potete ascoltarla anche nel video che il segretario ha mandato all’assemblea della Conferenza toscana – ma grandi resistenze.

Nelle posizioni apicali c’è grande difficoltà a cedere potere, a sostegno di candidature femminili. Qualche volta c’è anche la resistenza, la difficoltà a trovare disponibilità di donne, per come siamo, per come è il PD, spesso segnato da lotte fratricide, per come sono strutturati i tempi della politica. Sappiamo poi che non basta dire donna, ci sono anche tra le donne differenze politiche e scegliamo noi stesse sulla base di opzioni politiche, com’è giusto che sia. Credo che dobbiamo esserci con le nostre richieste anche sul modo di essere del  partito.

 

  1. Il voto ci dà una grande responsabilità ma anche una direzione di marcia: la costruzione di un nuovo centrosinistra, poco mi interessa la formula su cui vedo che già si scatena la discussione giornalistica. L’essenziale è la scelta di collocazione nella società, di postura, la chiarezza di collocazione rispetto alla grande crisi pandemica e la volontà di riannodare il dialogo con le persone. Ci siamo fatti ascoltare e soprattutto abbiamo ascoltato.

Inclusivi e credibili, innanzitutto per come abbiamo affrontato la pandemia, che ha cambiato aspettative e domande delle cittadine e dei cittadini – su questo noi dobbiamo proseguire, ma non senza vedere il possibile esodo dalla politica che si nasconde nell’astensione.

Noi non abbiamo detto semplicemente vaccino, non abbiamo avuto una visione meramente immunitaria del problema: il vaccino come protezione dal virus, per far ripartire la macchina economica e riprendere a fare “liberamente” quello che si faceva prima. Abbiamo detto interdipendenza, affermando che il bene salute non si tutela da soli.

Credo che sia soprattutto in questo che diventa evidente la necessità dell’uscita a sinistra dalla pandemia, per usare l’espressione del segretario Letta – tornano la dimensione sociale e quella dell’interdipendenza in cui le persone sono immerse. Anche se la crisi sanitaria e sociale morde società già profondamente disintermediate, dove il disagio crea arrabbiati, può accentuare individualismo e recisione dei legami. In questo clima avviene l’attacco alla cgil. Torna di attualità la discriminante antifascista che sta a fondamento della Repubblica e della Costituzione.

Anche l’astensionismo e il calo ai minimi storici della partecipazione al voto –  alle comunali una media nazionale del 54,6% – indicano la crisi di rappresentanza, ma anche una possibile sospensione di fiducia verso chi aveva rappresentato la rabbia. In questo senso l’astensione può essere il frutto di questo mutamento, di una crisi della stagione populista che non trova ancora nuova rappresentanza. Ma può essere definitivamente la crisi dell’utilità della politica che si esprime nel “me ne frego” e nelle pulsioni  antisociali delle rivendicazioni no vax, no green pass.

Quindi davvero questa vittoria va letta insieme alle due criticità, ma per confermare la direzione di marcia, evitando però la discussione che già vedo prevalere nel discorso pubblico, tutta incentrata sulle formule. E’ evidente che servono anche le politiche delle alleanze, ma il tema è sempre spiegare per fare cosa. Noi dobbiamo innanzitutto costruire nella società un’alleanza di soggetti,  di giovani, donne. Il tema è anche quello di essere presenti al fianco delle persone, nei territori. Essere di prossimità, anche come democratiche. Sabato ho partecipato alla bella assemblea regionale delle toscane, ci sarà quella abruzzese. Dobbiamo proseguire nel lavoro di costruzione e rafforzamento Conferenza. Per dubbi, problemi, questioni potete contattare Donatella Fornaciari dell’esecutivo.

 

  1. Ci sono le nostre battaglie ed anche i risultati ottenuti, da far vivere nei territori.

Intanto, dobbiamo ricordarcelo sempre: abbiamo imposto  nella discussione pubblica il tema delle disuguaglianze di genere. Non da sole, certo, non solo nelle istituzioni grazie al lavoro delle nostre elette,ma nella società, grazie a una ritrovata capacità di tessere relazioni.

Per la prima volta il G20 ha avuto un appuntamento sull’empowerment delle donne, e significativo è stato quello dei ministri del lavoro, e le indicazioni della loro road map.

La dichiarazione finale del G20 ha parole importanti, sulla qualità del lavoro delle donne sul tasso di disoccupazione, condivisione del lavoro di cura.

Nel frattempo l’Italia ha anche completato il processo di ratifica della Convenzione Ilo del 2019 sulla violenza e le molestie nel mondo del lavoro. Ma guardiamo alla nostra piattaforma, al Women New Deal che avevamo scritto con Valentina Cuppi: abbiamo Fondo imprenditoria femminile, e la legge sulla parità salariale promossa da Chiara Gribaudo, con fondo in bilancio. Averle non basta, bisogna attuarle, e chiedere attuazione dal basso: presentarle coinvolgere associazioni sindacati, consigliere di parità. Anche forti del lavoro delle consigliere regionali.

Lo stesso vale per la cosiddetta messa a terra del Pnrr – osservatorio democratico.

Ci sono anche i percorsi interrotti, il 27 novembre il forum diritti sta organizzando agorà sulla battaglia per i diritti lgbtq.

Oggi in Senato si è tenuto convegno con la rete per la Parità  sul cognome materno, a cinque anni da sentenza ancora legislatore non ha approvato testo, c’è l’impegno delle nostre senatrici per smuovere il blocco.

Come facciamo vivere le campagne politiche è molto importante, lo dimostra la vicenda della riduzione della tampon tax, tema che solo un anno fa era negletto, presente solo nelle nostre proposte di legge e negli emendamenti al bilancio che venivano liquidati come insostenibili economicamente. E’ scesa in campo una nuova generazione, con sue associazioni, una nuova generazione femminista. Prima la petizione, una delle più firmate sulla piattaforma change.org, poi  la mobilitazione dei comuni, con il tour e le prese di posizioni di tanti amministratori e amministratrici E’ cresciuto il dibattito nella società. Nella proposta di legge di bilancio del governo c’è una riduzione al 10%, dobbiamo continuare per arrivare al 5, ma anche valorizzare la riduzione ottenuta. Ancora in legge di bilancio: il fondo per la parità salariale, i 10 giorni di congedo di paternità diventano strutturali. Certo non basta, noi ci muoviamo verso un orizzonte paritario e con gli emendamenti al family act, votati in commissione alla Camera, abbiamo dato l’obiettivo di arrivare a tre mesi.  Le disuguaglianze nel mondo lavoro vanno poi a riflettersi nelle pensioni. Abbiamo chiesto subito la conferma e il rafforzamento di ape sociale e opzione donna, che vorremmo nella formulazione originaria. Ora comunque si apre la possibilità di lavorare a una riforma delle pensioni che abbia come priorità giovani, donne e lavori gravosi. Dobbiamo evitare due trappole: mettere i giovani contro gli anziani e ridurre la valorizzazione del lavoro di cura a una questione di donne. Abbiamo avuto una riunione dedicata a questo tema martedì scorso e come Conferenza portato le nostre indicazioni al PD. La Commissione lavoro della Camera, come ci ha detto Romina Mura sta lavorando a testo unificato.  Già adesso in legge di bilancio nell’ape sociale sono stati aumentati i lavori includendo categoria a forte presenza femminile.

 

  1. Mentre segniamo l’agenda di governo, va contemporaneamente promosso un percorso sulle nostre proposte, allargando nostro campo, per farlo è essenziale il ruolo delle agorà. Sono opportunità di apertura e di costruzione di quella alleanza di persone, soggetti, società, giovani e donne.

Abbiamo promosso il 14 settembre un Agorà su Il lavoro delle donne, tenendo insieme il lavoro di riproduzione sociale e quello produttivo, la condivisione del lavoro di cura e la questione tempi di vita. Sono emerse cinque proposte che sono sulla piattaforma. Abbiamo avuto, oltre la presenza del ministro Orlando, di Tommaso Nannicini e altri, molte presenze esterne, tra le altre Anna Maria Furlan, Susanna Camusso,  Rossella Muroni, Giulia Blasi, Barbara Kenny, Cecilia Guerra, Roberta Agostini, Azzurra Rinaldi, che chiedono continuità. Si stanno organizzando varie agorà, esserci ed essere propositive. Il 23 novembre ci sarà l’agorà Libere dalla violenza, partecipa anche il segretario Letta, la stiamo organizzando con Valeria Valente, Luisa Minniti sta coordinando l’organizzazione. Iscrivetevi, a ridosso della giornata internazionale sarà un momento per ragionare con le associazioni dei centri antiviolenza e non solo, sul piano nazionale, la rivoluzione culturale necessaria, la questione della Pas.

La giornata del 25 novembre sarà per noi la giornata all’insegna di quel libere dalla violenza.

 

8 novembre 2021

 

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