Un anno fa il femminicidio di Giulia Cecchettin. Un’onda imponente scosse l’Italia contro la cultura patriarcale e sessista che produce la violenza maschile contro le donne. Tantissime ragazze e ragazzi fecero rumore e si strinsero attorno alla sorella Elena e al padre Gino.
Un altro anno è passato, anche questo segnato da femminicidi. La strage è continuata.
Il cambiamento è fatica quotidiana e si fa insieme. Il cambiamento necessario è innanzitutto culturale, troppi ragazzi e uomini non sanno convivere con la nostra libertà.
Ricordare Giulia significa continuare a impegnarsi ogni giorno, per rafforzare le politiche di prevenzione e contrasto, per sostenere i centri antiviolenza.
Ricordare Giulia significa continuare a impegnarsi per affermare la cultura del consenso, il rispetto dell’autonomia delle donne, della loro libertà su di sé e sul proprio corpo.
I nostri corpi sotto attacco. Ancora oggi la nostra libertà è una sfida in un mondo segnato da rigurgiti patriarcali.
Bisogna viverla. Ogni giorno. Per Giulia, per tutte.