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SU FACOLTA’ MEDICINA, PROVVEDIMENTO NON CANCELLA NUMERO CHIUSO. E’ FUORVIANTE E COSTRUITO MALE

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Questo testo deluderà le aspettative di quanti hanno pensato sia la fine del numero chiuso. Stiamo cambiando le modalità di accesso a medicina, cosa che abbiamo tutti condiviso, ma il punto è come farlo. Il rischio è che la cosiddetta tagliola sia solo rimandata, senza aver messo risorse, strumenti, tempi adeguati per costruire una nuova modalità meno iniqua. Stiamo parlando di una questione delicata e fondamentale sia sul terreno della qualità della formazione che di quella della cura di cittadine e cittadini.

Intanto sul piano delle finalità dichiarate, propagandisticamente avete parlato di potenziamento del Servizio sanitario nazionale, in termini di numero di medici chirurghi, odontoiatri e medici veterinari, quando qui c’è solo una delega per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale che non incide, né potrebbe, sul numero di medici.

Fuorviante è anche il criterio della delega che riguarda l’iscrizione al primo semestre dei corsi. Con questo provvedimento stiamo infatti solo rimandando alla fine dei primi 6 mesi la selezione, sulla base di una graduatoria nazionale, che non è chiaro come si comporrà, né è chiaro come si otterranno i Cfu necessari. A questo va aggiunto che l’iscrizione al primo semestre è tutt’altro che libera perchè viene in realtà commisurata alla disponibilità dei posti dichiarati dalle università. Ancora una volta quindi poca chiarezza sul destino dei nuovi aspiranti medici.

Se davvero l’intenzione non è trovare un buon titolo di giornale da sbandierare ma aprire il percorso di studi e democratizzarne l’accesso bisogna prevedere le risorse necessarie: adeguare le strutture, assumere personale, potenziare l’orientamento in uscita dalle scuole superiori, proporre un percorso sostenibile e garantirne la qualità.

Tutto questo succede invece in un contesto di tagli su sanità e università. Sul piano sanitario vi è la dotazione più bassa degli ultimi 15 anni, pari solo al 6,05% del Pil. Non c’è nulla, né ora né in prospettiva, per assunzioni di medici e di infermieri.
Su ricerca e università già nel 2024 abbiamo avuto 513 milioni di euro di tagli effettivi sul FFO 2024, oltre 230 milioni di euro di tagli per adeguamento stipendi Istat. Altri tagli arrivano adesso con questa legge di bilancio che prevede anche il blocco del turnover al 75%.

In questo quadro questa norma è una delega molto ampia, che non garantisce serietà al percorso ed è senza copertura finanziaria: non si prevedono nuove risorse per gli atenei, non si definiscono i criteri per la graduatoria, né si tengono con decisione fuori le università telematiche. Punto per noi dirimente. Insomma un pasticcio.

il mio intervento in aula

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