Oggi in aula sono intervenuta sul decreto cultura, un decreto sulla carta ambizioso, in certe parti anche condivisibile, che alla Camera abbiamo contribuito ad arricchire. Penso alla progettazione con il terzo settore, alla produzione artistica giovanile, alle biblioteche scolastiche, allo spettacolo, all’audiovisivo, alla rigenerazione delle periferie, alla valorizzazione delle aree interne. Lo abbiamo guardato senza pregiudizi, nella speranza, dopo quasi tre anni di semi-inattività del Ministero della Cultura di Sangiuliano, di vedere uno scatto in avanti. Quello che ci siamo trovati di fronte è stato invece un atto deludente, senza le risorse necessarie e che sancisce ancora un totale fallimento delle politiche culturali di questo governo.
La verità è che siamo di fronte a crisi epocali che questo governo ha creato, come quella del settore cinema, per via del modo in cui è stato rivisto il tax credit, c’è il totale silenzio intorno all’indennità di discontinuità, c’è il taglio di mezzo miliardo su un triennio operato dal Ministro Giorgetti in bilancio. Poi arriviamo alle questioni che il decreto di oggi vuole affrontare: penso al tema della filiera del libro e dell’editoria. Un settore duramente colpito dalle scelte del governo, a seguito di una furia ideologica immotivata, con cui si è trasformata la 18app in Carta Cultura e poi sdoppiato la stessa in Carta Cultura e del Merito, causandone di fatto un crollo di utilizzo e di accesso che è costato circa 32 milioni di perdite e 80 milioni non spesi. Basti pensare che nel 2023 sono stati 458400 i giovani che ne hanno usufruito, solo 117.699 quelli nel 2024.
Su questo decreto inoltre abbiamo assistito, durante la discussione alla Camera, al tentativo di svilire il ruolo delle Soprintendenze, cancellando il parere delle stesse sulle pratiche urbanistiche ed edilizie. Un fatto gravissimo, per fortuna scongiurato dalle fratture interne alla maggioranza.
E’ indubbio che di fronte a questo quadro, salutiamo con piacere lo stanziamento dei 30 milioni di euro per le biblioteche e io 4 milioni di euro per l’apertura di librerie a favore degli under 35, ma abbiamo il dovere di dire che si tratta di misure spot, senza progettualità e soprattutto senza durata.
Sono anche ritornata durante l’intervento in aula sulla necessità di affrontare la drammatica situazione dei lavoratori a partita IVA del Ministero della Cultura, su cui serve urgentemente una misura di sostegno che risponda alle loro esigenze e non li lasci ulteriormente in un limbo senza interlocuzione con il ministero.
Il partito democratico ha fatto la sua parte, proponendo emendamenti e correzioni doverose, perché la cultura merita di più.