L’approvazione in Aula della legge di Conversione del dl 27/2025, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell’anno 2025, è un grande passo avanti per rispetto dell’identità, dell’autodeterminazione e dell’uguaglianza di tutte le persone. Il testo infatti include quanto approvato dalla commissione Affari costituzionali del Senato solo qualche giorno fa, vale a dire gli emendamenti che eliminano, nelle liste elettorali, sia la distinzione tra uomini e donne, e quindi, le file separate per uomini e donne ai seggi, sia il riferimento al cognome del marito accanto a quello delle donne sposate
La settimana scorsa la Commissione Affari costituzionali del Senato si era espressa infatti in modo unanime a favore di questi emendamenti del Pd al decreto elezioni, di cui ho l’onore di essere stata la prima firmataria, avendo su questo presentato un disegno di legge. Si trattava di pratiche ormai anacronistiche e riflesso di un retaggio patriarcale. Allo stesso modo, la separazione degli elettori in base al sesso nelle liste e ai seggi appariva obsoleta e nello stesso tempo discriminante nei confronti delle persone in transizione o transgender.
Voglio ringraziare le associazioni femminile e femministe che hanno più volte sollevato la questione del cognome del marito e il movimento LGBTQIA+ e le associazioni trans in particolare, tra cui quella del Gruppo Trans APS e nello specifico la campagna “Io sono io, voto”, che da tempo si battono per garantire l’accesso pieno, sicuro e dignitoso al voto per le persone transgender, e per la rimozione di ostacoli e prassi discriminatorie dai seggi elettorali.
Oggi il Parlamento ha fatto un passo di civiltà, nella direzione su cui continueremo a lavorare: rendere le nostre istituzioni e la nostra società sempre più inclusive, rispettose e vicine alla realtà delle vite delle persone.