Valditara al Consiglio dei ministri ha sostenuto, in un testo di legge poi approvato dal governo, che serve il consenso informato dei genitori per attività su temi sensibili, come l’educazione sessuo-affettiva- nelle scuole.
I genitori però sono già coinvolti nelle scelte delle scuole, con diversi strumenti di partecipazione, dunque affermare che c’è la necessità di richiedere il loro consenso per le attività non ha senso. In oltre non si capisce bene se il ministro Valditara si riferisce ai progetti extra curricolari o a quelli di educazione civica per quel che riguarda l’educazione al rispetto.
Restano alcuni dati certi: quanto annunciato serve solo a depotenziare l’autonomia scolastica e a ledere la libertà d’insegnamento. Qui si manifesta un accanimento contro l’educazione sessuale, che tradisce una cultura sessuofobica e che mina ogni progetto di prevenzione della violenza di genere, con buona pace della richiesta che viene proprio dalle scuole, dai ragazzi e dalle ragazze e dalle loro famiglie.