da Diurna.net
Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ci ha abituato ad esternazioni sorprendenti, ma ieri, nel corso del question time al Senato ha superato sé stesso. Le parole usate a proposito del funzionamento del braccialetto elettronico in funzione antistalking sono suonate davvero irresponsabili. In sostanza il ministro ha sostenuto che il braccialetto elettronico serve per dare l’alert, sulla base del quale è bene che la donna chieda aiuto e si metta in salvo da sola in Chiesa o in farmacia.
In una sola frase ha così dichiarato l’impotenza delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria, con buona pace del lavoro che stanno facendo per far funzionare la misura, e scaricato sulle donne la responsabilità della protezione di sé stesse. Ma lo Stato non può abdicare al suo compito di sostegno delle donne che hanno denunciato. Il monitoraggio delle misure di sicurezza e l’intervento successivo spetta allo Stato, non alla vittima e il ministro Nordio non può scaricare le sue responsabilità.
Già da tempo, insieme ai colleghi della commissione femminicidio, abbiamo depositato interrogazioni sull’uso del braccialetto e stiamo affrontando la questione nella stessa commissione, ma l’intento è esattamente opposto alle dichiarazioni del ministro, è quello cioè di capire le criticità e di rafforzare la sicurezza delle donne. Il tema rimane il buon utilizzo, la formazione, la rete di sostegno attorno alle donne. Il ministro sembra non conoscere, o non voler conoscere, la rete di centri antiviolenza.
Il braccialetto elettronico è da diversi anni lo strumento posto a garanzia delle vittime di violenze domestiche, di genere e contro le donne, e, con provvedimento dell’autorità giudiziaria se ne dispone l’applicazione per segnalare eventuali violazioni delle misure di divieto di avvicinamento e /o allontanamento dalla casa familiare. Allo strumento si è attribuita una importante funzione di deterrente, ma ci sono stati diversi casi di cattivo funzionamento, alcuni, purtroppo con esito terribile.
Inoltre, la legge 168/2023 che ha rafforzato le misure cautelari, lo ha reso obbligatorio, pertanto sono aumentate le richieste di applicazione dei dispositivi, ma a fronte dell’aumento della richiesta, si registrano ritardi nell’adempimento della fornitura. Del resto, il contratto con la società Fastweb prevederebbe una disponibilità di 1200 braccialetti elettronici mensili, non distinti per tipologia applicativa. L’aumento delle richieste avrebbe causato un notevole ritardo nella fornitura e nei tempi di applicazione.
Sono stati anche segnalati numerosi casi di cosiddetto “falso allarme” e di disservizio degli apparecchi. Manca in Italia un sistema di monitoraggio centralizzato, come in altri Paesi. È una questione emersa nelle audizioni da noi tenute in commissione, oltre quella relativa ad una reale verifica della fattibilità e idoneità nei diversi contesti.
Tutte problematiche delicate, di fronte alle quali le parole del ministro suonano davvero sconcertanti. Che fine ha fatto il tavolo tecnico interministeriale che doveva approfondirle? Le donne sanno bene di doversi allontanare dal loro aguzzino. Esigono però uno Stato che le aiuti e non le lasci sole.