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Da Mia Moglie a Phica. Il sessismo e la violenza in rete di uomini che odiano le donne

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In queste settimane abbiamo avuto a che fare con esempi di odio maschile contro le donne attraverso internet e social. Prima, grazie alla pagina “L’ha scritto una femmina” ho scoperto Mia moglie, gruppo su fb dove uomini, più di 31.000, hanno condiviso foto delle loro mogli, scattate senza il loro consenso, lasciandole alla mercè di commenti violenti e sessisti.
Ho da poco finito di leggere il libro di Manon Garcia Vivere con gli uomini, sono riflessioni a partire dal processo Pelicot.
Dovrei essere preparata, lo so bene che la violenza maschile è un dato strutturale, che siamo immersi nella cultura dello stupro.
La sensazione è che si stia radicalizzando. Come scrive Garcia per ogni nuovo episodio di Sex education ci sono centinaia di migliaia di tweet della manosfera che quotidianamente invitano a odiare le donne.
E infatti qualche settimana dopo, grazie alla denuncia di donne esponenti politiche, del Partito democratico e di tutti gli schieramenti, abbiamo scoperto un sito dove venivano pubblicate, ancora una volta da uomini, foto rubate di centinaia di donne, dal volto pubblico e non, per insultarle, abusare del loro corpo, agire violenza.
Di fronte a tutto questo fatichiamo a fare prevenzione, formazione, educazione.
Serve una rivolta culturale maschile.
Lo dico, lo scrivo, lo sostengo politicamente.
Ma ogni volta mi sorprendo e resto attonita. Fa male, fa arrabbiare.
Con le colleghi e le colleghe PD della Commissione femminicidio, Sara Ferrari, Valentina Ghio, Antonella Forattini, Filippo Sensi Valeria Valente, ci siamo associate alle denunce fatte alla polizia postale.
Basta tolleranza del sessismo e della violenza contro le donne sui social, altrimenti è complicità. Troviamo sconcertante e inaccettabile l’esistenza di chat, pagine social, siti internet misogini, specchio di una cultura di possesso e sopraffazione che ignora il consenso delle donne.
Grazie a chi ha segnalato e commentato tanta violenza e mortificazione. Le piattaforme devono intervenire su questi gruppi che nella logica del branco perpetuano e normalizzano una violenza di genere così becera e aggressiva. Il caso Pelicot non è bastato?

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