Il tragico femminicidio di Pamela Genini, 29 anni, uccisa a Milano con 24 coltellate dal suo ex compagno Gianluca Soncin è purtroppo sconvolgente per la sua efferatezza e per la drammatica circostanza della polizia alla porta che non ha fatto in tempo a salire in casa e a bloccare l’assassino. Come ha detto un’amica di lei, non si può morire così. Siamo vicini alla famiglia di Pamela, consapevoli dell’enorme salto culturale che questo paese deve compiere per fare in modo che gli uomini non esercitino più violenza nei confronti delle donne.
Quel che colpisce è anche, per l’ennesima volta purtroppo, la narrazione mediatica di questo femminicidio. L’attenzione spropositata e morbosa nei confronti della vittima, anche perché in questo caso giovane e molto bella, e la ricerca di possibili moventi riconducibili in qualche modo al comportamento della vittima. Il cambiamento culturale che dobbiamo promuovere è anche in questo: al centro del discorso pubblico deve essere il comportamento di un uomo che ha esercitato potere e sopraffazione, nella sua volontà di dominio, fino ad uccidere una donna che voleva porre fine alla loro relazione. Dobbiamo avere una lettura corretta della violenza maschile e promuoverla, perché anche così si può fare una tempestiva valutazione del rischio e si evita di rivittimizzare una ragazza. L’educazione a tutti i livelli deve essere un’assoluta priorità. Gli uomini devono cambiare














