Ho partecipato oggi alla manifestazione promossa dal Tavolo Nazionale per la scuola democratica, contro le nuove Indicazioni nazionali proposte dal ministro Valditara. È un percorso che sta coinvolgendo l’intero mondo della scuola: insegnanti, educatori ed educatrici, studenti e studentesse, che insieme vogliono denunciare con forza il tentativo di trasformare la scuola pubblica in un luogo autoritario e disciplinare, piegato a una visione gerarchica e ideologica dell’educazione.
Le Indicazioni nazionali volute da Valditara e dal governo, come la riforma dell’esame di Stato e i divieti imposti sui percorsi di educazione affettiva, rappresentano chiaramente l’idea di scuola e di società che questa destra vuole imporre al Paese: una scuola che non educa alla libertà, ma all’obbedienza; che non valorizza il pensiero critico, ma la conformità.
Oggi, qui davanti al Ministero dell’Istruzione, c’è invece la scuola libera, democratica e partecipata, frutto di un’evoluzione costruita in decenni di impegno, dialogo e conquiste civili. Una scuola che non può e non deve essere riportata indietro.
