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Senza sorprese

da italia2013.org

Senza sorprese, in fin dei conti, le elezioni siciliane: il Pd elegge il Presidente della Regione grazie all’alleanza con l’Udc che nell’isola continua ad avere il suo più consistente bacino elettorale; la destra è in rotta; Grillo raggiunge la percentuale che i sondaggi gli danno dai tempi di Parma; la sinistra della sinistra che si allea con se stessa è irrilevante. Non sorprende neanche il drammatico calo nella partecipazione elettorale: con un astensionismo valutato intorno al 40% a livello nazionale, ci sta che in una grande regione del mezzogiorno (dove si vota di meno che nel centro-nord), in un turno elettorale isolato e autunnale, venga raggiunta un’astensione record.

Le conseguenze del voto, invece, sono un po’ più complesse.
Intanto in Sicilia: le liste che hanno sostenuto Crocetta non hanno la maggioranza nell’Assemblea regionale siciliana. Il neo-presidente si dà forza dicendo che andrà in consiglio di volta in volta alla ricerca del consenso sulle sue proposte. Propaganda: se gli andasse bene, sarebbe un mercato delle vacche. Più ragionevole la ricerca di una più ampia maggioranza politica. L’Ars neo-eletta offre però solo due possibilità: una impossibile, l’altra inguardabile. Impossibile l’alleanza con i 15 deputati del Movimento 5 stelle. Inguardabile quella con i 15 deputati di Lombardo e Miccichè. Un vicolo cieco, insomma.

Sul versante nazionale, invece, il voto siciliano è il secondo colpo di un micidiale uno-due contro l’Italia Bene Comune e l’accordo politico-programmatico Pd-Sel-Psi. Dopo l’ennesima ridiscesa in campo di Berlusconi, che ha scavato un solco tra Pdl e Udc, spingendo nuovamente quest’ultima verso un’alleanza con il Pd, le elezioni regionali siciliane sembrano santificare quest’opzione, quasi da tutti (tranne che da Bersani) intesa come alternativa all’alleanza Pd-Sel (e Psi). Se dovesse arrivare anche la riforma elettorale che toglie il premio che assicura una maggioranza parlamentare alla coalizione più votata, il gioco sarebbe fatto: Pd vincitore delle elezioni senza maggioranza parlamentare da ricercare alla Crocetta (volta per volta, provvedimento per provvedimento) o attraverso un rassemblement centripeto di tutti gli uomini di buona volontà, da Frattini a Bersani, passando per il deus ex machina Pierferdinando Casini: Montibis.

Se questi sono gli esiti probabili delle elezioni regionali siciliane, chapeau a chi li ha perseguiti (centristi di destra e di sinistra). Resta però un interrogativo: chi invece non voleva simili risultati, perché ha concorso al loro conseguimento? Un’astuzia troppo fine, una dabbenagine inconsulta o un’impotenza manifesta?

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