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Aborto, a cosa ha detto sì l’Irlanda

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Pubblicato su Feministerie

Nel referendum per abrogare l’ottavo emendamento della Costituzione, cioè il totale divieto di aborto tranne nei casi di rischio della vita per la donna, si profila una vittoria dei sì in Irlanda. E’ una svolta storica per quel paese, ma è una buona notizia per tutti noi.

Gli exit poll danno oltre il 68% al fronte del Sì in un referendum che ha diviso fortemente l’Irlanda, sostenuto da tutte le forze politiche, in primo luogo dal premier Leo Varadkar, leader di origini indiane e gay dichiarato, che sta guidando un paese in cui la difficile autonomia si è fondata sul richiamo alle radici cattoliche, sulla strada della secolarizzazione. Sembra che la grande affluenza, sostenuta anche dal #hometovote di chi è tornato a casa per votare, abbia determinato la vittoria dei Sì, mettendo fine ad un divieto che – come storicamente è sempre accaduto nei paesi in cui l’aborto è illegale – conviveva con la clandestinità per le più povere e la possibilità di andare all’estero a interrompere la gravidanza per le altre. Questa ipocrisia oggi avrà fine.

Ma il voto parla a noi tutti. Si era temuta una ripresa dei No grazie ai finanziamenti che il fronte prolife aveva  ricevuto dai colleghi statunitensi. La maternità come libera scelta e dunque anche la possibilità di interrompere una gravidanza non desiderata, è da sempre la questione principe dell’autonomia e autodeterminazione femminile. E storicamente va riconosciuto al femminismo della seconda ondata il merito di aver illuminato la realtà dell’aborto, per secoli vissuto nella clandestinità, ma di questo abbiamo detto più volte. Nel mondo l’aborto legale è questione sempre aperta perché quello che continua a turbare è il riconoscimento che una nuova vita abbia bisogno dell’accoglienza consapevole di una donna per diventare tale. E ciò spaventa, nonostante l’esperienza della depenalizzazione e varie ricerche dimostrino che il ricorso all’aborto ha valori più bassi nei paesi in cui è praticato in maniera sicura e legale. Questo voto irlandese è una sconfitta per gli ideologi della Vita con la maiuscola, una vittoria per tutte noi e per chi crede nella libertà delle donne e nel loro amore per la vita.

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