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Berlusconi, a funerale concluso.

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A funerale concluso, rispettato il lutto dei familiari e della sua parte politica (quello nazionale è stata una discutibile forzatura politica), va ricordato come Berlusconi abbia segnato la storia di questo Paese, ma sottraendosi al tentativo di farne un padre della nazione alla cui grandezza tutti si sono dovuti piegare.
Si chiude con la sua morte un’epoca, figlia della sua capacità di interpretare la fine della prima repubblica, di condizionare la politica e l’immaginario dell’Italia che ne veniva fuori.
Ma su come, a quali prezzi, con quali intenzioni restano per quel che mi riguarda tutte le ragioni dell’opposizione a Berlusconi e al berlusconismo. Il primo populista, l’uomo che ha incarnato il conflitto di interessi, trasformando le domande di libertà degli anni 60 e 70 nel primato degli interessi personali e parziali sulla politica. La rivoluzione conservatrice italiana grazie a lui è stata la continua erosione dell’autorità di ogni soggetto capace di rappresentare gli interessi collettivi, come ebbe a scrivere Franco Cassano.
Partiti personali, eletti nominati, sono gli esiti di una rivoluzione politica e culturale iniziata negli anni 80 che ha avuto nella televisione commerciale un potente fattore di trasformazioni dell’immaginario dei consumi culturali, degli stili di vita, mai compreso davvero dal fronte progressista. Una privatizzazione delle esistenze.
Ripensando a questo fa un po’ sorridere tutta questa ansia della destra al governo di denunciare una presunta egemonia culturale della sinistra.
Invero la fiction aveva preso il sopravvento negli anni del berlusconismo.
C’è stato molto più di sessismo; la mercificazione del corpo delle donne ha assunto una dimensione pubblica, lo scambio tra sesso potere e denaro era una modalità del sistema di consenso, come ha raccontato bene Ida Dominijanni
Anche questo i dirigenti politici antiberlusconiani compresero poco, spesso parlarono di questioni private. Mentre le donne riempirono le piazze italiane il 13 febbraio 2011.
Dunque parliamo dell’eredità di Berlusconi e “dei cocci da smaltire” come ha scritto oggi Michele Serra, contando sulla generazione di Elly Schlein. Siamo già dopo di lui, segniamo con nuove parole questa epoca che si apre e l’opposizione alla destra di oggi.