Nel suo articolo di risposta a Polito sul Corriere della Sera, Giorgia Meloni, dopo aver liquidato la democrazia paritaria e le norme di riequilibrio della rappresentanza come concessioni, parla di diritti delle donne senza fare però nessuna proposta. Il Partito Democratico, in questi anni complicati e difficili in cui le donne hanno pagato il prezzo più alto anche della pandemia, ha ottenuto l’approvazione della legge sulla parità salariale, la parità di genere come obiettivo del Pnrr, la clausola per l’occupazione femminile, l’assegno unico per i figli, i finanziamenti per i servizi educativi 0-3 anni e le scuole dell’infanzia e, finalmente, è entrato a regime il congedo di paternità e sono stati potenziati i congedi parentali. La destra dov’era? E cosa propone? Magari il quoziente familiare, un incentivo alle donne per non lavorare. Del resto le destre hanno come modello l’Ungheria di Orban. Noi proponiamo un piano per l’occupazione femminile, congedi paritari, perché vogliamo poter scegliere di essere madri senza rinunciare alla possibilità di lavorare. Per la piena applicazione della 194 il Ministero della Salute e le regioni di centrosinistra hanno implementato l’aborto farmacologico, la destra nelle regioni dove governa boicotta le linee guida nazionali. Non è solo nella storia che la sinistra sta dalla parte delle donne, ma anche in questa campagna elettorale e nell’idea di futuro, nella scelta che il 25 settembre siamo chiamati a fare.
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