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Sgomento, dolore e rabbia

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Pubblicato su femministerie

Prima lo sgomento e il fiato sospeso, a seguire quella che sembrava una trattativa possibile. Un uomo, il carabiniere Luigi Capasso, ha sparato alla moglie Antonietta Gargiulo, da cui si stava separando, quindi è entrato in casa dove le figlie di 8 e 14 anni stavano ancora dormendo e si è barricato dentro. Flebile la speranza che il peggio non sia ancora successo, mentre la moglie lotta tra la vita e la morte in ospedale.

Poi il dolore. Ha ucciso le figlie e si è suicidato. Una lingua antica – depositata in qualche angolo della memoria – mi fa sussurare più volte “povere creature”.

Poi la rabbia, mentre si ricostruiscono i pezzi un puzzle già visto. Una donna che sceglie di uscire dalla violenza, un uomo che non sopporta di essere lasciato.

E per capire ti ritrovi a leggere frasi di cronisti, buttate lì con noncuranza “in passato l’aveva già aggredita. Si racconta fosse legatissimo alle figlie” Chi racconta? E che cosa vorrebbe significare? Precise invece le parole dell’avvocata Maria Belli: “Avevo incontrato le bambine qualche tempo fa ed erano terrorizzate dal padre, la situazione tra la coppia era tesa e la situazione si era per così dire aggravata quando a settembre lui ha aggredito la moglie davanti alla Findus, suo luogo di lavoro, tanto che sono dovuti intervenire i colleghi di lei a sua difesa. Ed in precedenza l’aveva aggredita anche a casa davanti alle bambine. – ha proseguito Belli – Dopo l’episodio di settembre lei ha deciso di separarsi e lui andò via da casa. Si sono susseguiti diversi tentativi di riavvicinamento ma tutti vani”.

Insomma lei aveva paura, ma era determinata. E lui ha messo fine a tutto, anche a se stesso.

Lui era violento e questo è un plurifemminicidio. E il copione ahimè è noto, e fa rabbia.

E in tante abbiamo condiviso il post di Elisa Ercoli su facebook: Sono sconvolta ma anche piena di rabbia, per tutte quelle volte che non ci avete credute, per tutte quelle volte in cui ci dite che le querele delle donne sono strumentali quando ormai sappiamo dalle fonti dirette delle Procure non essere questo un dato vero ma inventato, per tutte quelle volte in cui fate prevalere la bigenitorialità al diritto ad una vita sana, libera, felice per donne bambine e bambini in uscita dalla violenza, per tutte quelle volte che invece di ascoltare le/i bambine/i vi inventate l’alienazione parentale, per tutte quelle volte che avete archiviato le querele…

Fa rabbia perchè abbiamo già detto tutto sulla difficoltà di molti uomini a convivere con la libertà delle donne, sulla necessità di sostenere le donne in uscita dalla violenza, di prendere sul serio le loro parole, di aiutarle nelle loro scelte.

Come ha scritto Alessandra Pigliaru sempre su facebook: Non c’è niente di incredibile, tutto di inaccettabile invece.

E continueremo a fare, dire, lottare. Perchè questa mattanza deve finire

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