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Contro il sessismo nei tribunali, il ricorso di differenza donna

card differenza donne
L’Associazione Differenza Donna ha vinto il ricorso contro il sessismo nei tribunali italiani, a partire dal caso di una donna che, già vittima di violenza domestica, ha subito uno stupro da un agente delle forze dell’ordine, incaricato delle attività di indagini in corso sul maltrattamento subito dall’ex marito.
Come spiega l’associazione nel comunicato, il Comitato CEDAW – Comitato delle Nazioni Unite che monitora l’applicazione della Convenzione per l’Eliminazione delle discriminazioni nei confronti della donne – ha ritenuto che il trattamento riservato alla donna prima dalla corte d’appello e poi dalla Corte di Cassazione non ha garantito “l’uguaglianza sostanziale della donna vittima di violenza di genere”.
Inoltre l’Italia, a seguito di questo ricorso, riceve la raccomandazione di modificare il reato di violenza sessuale eliminando ogni riferimento a condotte di violenza o minaccia, ma soprattutto di garantire la centralità del consenso della vittima “come elemento determinante”.
Si invita anche a stabilire che l’onere della prova del consenso debba essere posto a carico dell’imputato che, nell’invocare la difesa, deve dimostrare “la convinzione fondata di un consenso affermativo da parte della donna”.
Si tratta di un invito molto importante e forte. Sappiamo che alcuni passi avanti sono stati fatti, ma purtroppo ancora troppo spesso i processi per violenza sessuale possono diventare luogo di ulteriore vittimizzazione delle donne: ad oggi viene infatti chiesto loro di “provare” la violenza. Così perdurano pregiudizi sessisti e stereotipi nella lettura della violenza, da parte dell’autorità giudiziaria.
Il ricorso vinto da Differenza Donna ci conferma la necessità di investire sulla formazione delle operatrici e degli operatori della giustizia, per promuovere il cambiamento culturale necessario e anche l’impegno di sostenere, con ancora più determinazione, il disegno di legge in materia di violenza sessuale (la cosiddetta legge sul consenso) che oggi è all’attenzione della Commissione Giustizia del Senato. Un impegno che come Democratiche abbiamo ribadito nella scorsa riunione del Coordinamento Nazionale

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